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Vespri siciliani, I.

Mus. - Dramma in cinque atti di G. Verdi, su libretto di E. Scribe e C. Duveyrier, rappresentato per la prima volta all'Opéra di Parigi il 13 giugno 1855 e ispirato alla tragedia omonima di C. Delavigne. Nel febbraio del 1856 l'opera, con il titolo mutato in Giovanna di Guzman, debuttò alla Scala di Milano. La vicenda si svolge durante l'insurrezione dei Vespri siciliani e ha come protagonisti Elena (soprano), sorella del duca Federico d'Austria, giustiziato dagli Angioini, l'esule Giovanni da Procida (basso) e il giovane siciliano Arrigo (tenore), i quali tentano di suscitare una rivolta popolare contro i dominatori dell'isola. L'insurrezione dovrebbe coincidere con la festa organizzata dal viceré Guido di Monforte (baritono), che ha intanto rivelato all'ignaro Arrigo di esserne il padre; il giovane, tormentato dal rimorso, non può tuttavia esimersi dal confessare al padre il complotto, facendo condannare a morte Elena e Giovanni. Il viceré, implorato dal figlio, concede infine il perdono ai congiurati e acconsente inoltre alle nozze del figlio con la nobile Elena. Quest'ultima tuttavia, informata da Giovanni che lo squillo della campana nuziale sarà il segnale per l'inizio dell'insurrezione, vorrebbe rinunciare al matrimonio con Arrigo, ma ormai non c'è più tempo e di fronte alla cattedrale di Palermo si compie la sanguinosa strage dei vespri. Le arie più note: III atto con il duetto tra Arrigo e Monforte (Quando al mio seno), gran parte del IV atto, carico di pathos, con Giorno di pianto (Arrigo) e il duetto Volgi il guardo a me sereno (Arrigo e Elena).